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Usare il 3D per Visualizzare l’Inizio della Vita Ispirandosi all'imminente nascita del proprio figlio, il filmmaker Nejc Polovsak crea un magico video con Maxon One.

Nejc Polovsak, regista e designer con sede a Lubiana, in Slovenia, ha uno stile visivo inconfondibile che riflette la sua fede nell'evoluzione dell'espressione artistica. Il suo ultimo lavoro, un cortometraggio intitolato "Birth", è un'esplorazione ipnotica dai temi mistici.

Durante la lavorazione del filmato Polovsak ha affrontato le complesse sfide tecniche della simulazione di vari elementi naturali, utilizzando Cinema 4D, Houdini, Redshift e molto altro per realizzare la sua visione.

Abbiamo parlato con lui del film e del suo processo creativo: ecco cosa ci ha raccontato.

Polovsak: Mi chiamo Nejc (pronuncia: "Nates"). Ho scoperto la mia passione per il 3D circa vent'anni fa e da metà della mia vita sono immerso in questo campo. Durante gli studi di informatica un amico mi ha fatto conoscere il 3D che ho iniziato a imparare per hobby.

In seguito ho trovato un lavoro a tempo pieno che ho mantenuto per alcuni anni. Poi ho iniziato un’attività di freelance e da allora ho lavorato in modo indipendente. Mentre in passato ho lavorato molto in studio, di recente mi sono concentrato sul lavoro diretto con i clienti come designer e art director, pur impegnandomi talvolta in collaborazioni in studio.

Polovsak: Lavorare a progetti personali è sempre stata una parte importante della mia carriera e volevo creare un altro cortometraggio che si addentrasse in qualcosa di mistico e poetico, mostrando una creatura ultraterrena che prende vita. Sono stato ispirato dall'imminente nascita di mio figlio e ho ripensato ad alcuni dei miei vecchi progetti, "Mothership" e "Pause Fest".

Il mio obiettivo era quello di creare qualcosa di più organico e realistico, allontanandomi da concept troppo astratti. Il design della creatura trae ispirazione da animali esistenti, come il cavalluccio marino, e un tipo specifico di bruco che ha influenzato il design della testa della creatura. Il resto del suo aspetto è emerso dal processo di progettazione e di esplorazione.

Polovsak: Ho affrontato la creazione di questo film in modo molto organico e naturale. Ho iniziato con un concept basilare e sapevo che trovare la giusta direzione artistica era fondamentale. Ho iniziato disegnando la creatura e creando il suo ambiente di origine. Ci è voluto del tempo per sviluppare diverse iterazioni e ottenere un risultato piacevole.

In origine avevo immaginato che l'intero film si svolgesse sott'acqua, ma dopo alcune sperimentazioni ho spostato il finale in superficie, in modo da avere due ambienti distinti. Mi piaceva l'idea che la creatura emergesse da un uovo simile a una bolla.

Il design dell'uovo è stato ispirato dalla forma di un particolare tipo di fiore di eucalipto. Dopo averlo visto, ho capito che si trattava di un ottimo punto di partenza e, una volta stabiliti i design dell'uovo e della creatura, ho avuto una chiara direzione visiva. Il resto delle inquadrature si è evoluto grazie al processo di narrazione e alla comprensione del racconto lungo il percorso.

Polovsak: Ho usato molto le volumetrie, che sono state fondamentali in tutte le riprese sott'acqua e in quelle finali in superficie per aggiungere profondità e dimensioni; inoltre ho utilizzato spesso le istanze, che sono molto efficienti per generare numerosi oggetti.

Ci sono molte texture con displacement e motion blur in diverse scene. Di solito cerco di spingere al massimo il livello di finishing direttamente in Cinema 4D, riducendo al minimo la necessità di una post-produzione. Il filmato finale assomiglia molto all'output del beauty pass di Redshift.

Polovsak: La creazione di questo filmato è stata tecnicamente impegnativa, in quanto ha comportato la simulazione di molti elementi diversi come acqua, fumo, particelle, corde, corpi morbidi, tessuti, capelli e piante in crescita. Ho realizzato con cura ogni shot di simulazione e ho lavorato per garantire che gli elementi avessero un aspetto e un comportamento omogenei, in modo che sembrassero appartenere tutti allo stesso mondo.

Per le particelle e l'acqua ho usato X-Particles e per alcuni elementi ho utilizzato anche Houdini. Tutto è stato portato in Cinema 4D per lo sviluppo finale, l'animazione e il rendering.

Polovsak: Sto cercando di lavorare in modo leggermente diverso, in modo da avere più libertà creativa e flessibilità negli orari. Ci sono ancora molte persone con cui mi piacerebbe collaborare e sono sempre alla ricerca di nuovi clienti. Mi piacerebbe capire come espandermi, ma non necessariamente nel modo classico di uno studio. Potrei anche trovare il tempo per condividere meglio le mie conoscenze e aiutare le persone che iniziano il loro percorso lavorativo.


Lewis McGregor è un filmmaker e content writer del Galles.