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Modificare la Percezione di un Brand con Maxon One L’artista Kevin Jaeger attenua i confini tra artigianato digitale e fine art.

Qualche anno fa Kevin Jaeger, un artista di Amburgo, è entrato in contatto con il fondatore di Habibi, un brand di abbigliamento. Colpito dai capi e dal loro messaggio ha pensato di proporgli un progetto promozionale in collaborazione che descrivesse il concept di Habibi e in particolare la percezione occidentale della scrittura araba spesso associata a stereotipi negativi.

Il progetto utilizza i fiori come sinonimo di bellezza e positività, illustrando come elementi diversi provenienti da tutto il mondo possano unirsi per creare qualcosa di meraviglioso.

Abbiamo incontrato Jaeger per approfondire la sua evoluzione come artista 3D e scoprire come utilizza Cinema 4D, Redshift e Marvelous Designer per trasformare le visioni concettuali in animazioni ipnotiche.

Jaeger: Il mio viaggio è iniziato più di dieci anni fa, quando speravo di diventare un illustratore, anche se il mio percorso mi ha portato al web design e all’animazione. È stato allora che ho incontrato per la prima volta l'animazione 3D, grazie a un direttore creativo con cui lavoravo e che era affezionato a Cinema 4D. Nonostante qualche difficoltà iniziale con il concept 3D e una breve pausa, mi sono riavvicinato a questo mondo perché ero attratto dalle molteplici possibilità offerte dal 3D, molte delle quali non avrei potuto raggiungere in altri ruoli creativi.

Dopo aver imparato da solo tramite infiniti tutorial su YouTube e acquisita sufficiente fiducia nelle mie capacità, ho fondato un reparto 3D nell’azienda in cui lavoravo. Dopo aver cambiato un altro paio di lavori ho scelto di diventare un freelance, il che mi ha permesso di immergermi a fondo nel lavoro 3D. Ora il mio lavoro non prevede solo la produzione di immagini, ma anche l’intero sviluppo del concept, soprattutto in progetti come le campagne pubblicitarie in cui solitamente realizzo l’intero concept per poi portarlo in vita in 3D.

Jaeger: Ho riflettuto molto su come avrei potuto rappresentare visivamente l’immigrazione nella nostra società e ho deciso di concentrarmi sull’utilizzo di fiori per rappresentare l’idea di elementi diversi provenienti da varie parti del mondo che riunendosi riescono a creare qualcosa di bello. È una metafora in linea con il concept del logo di Habibi, che permette di personalizzare i colori quando si acquista una felpa o una maglietta, a simbolizzare l’individualità e l’unione.

Partendo da quest’idea, ho immaginato un fiore che si trasforma in un filo che si intreccia al logo di Habibi mentre viene ricamato su una felpa. Ho abbozzato uno storyboard e ho contattato il proprietario di Habibi proponendogli l’idea e sperando di avviare una collaborazione.

Jaeger: Inizio facendo ricerche sugli elementi che riguardano il progetto, in questo caso fiori, fili e altre ispirazioni visive, e poi comincio a riflettere sui potenziali design. Ho cercato di visualizzare il modo in cui poter rappresentare i fiori, la loro illuminazione e l’approccio più adatto per il movimento e l’animazione.

Nel caso di progetti semplici di solito creo uno schizzo dell’idea oppure faccio un piccolo test in Cinema 4D. Poi è un continuo avanti e indietro, passando da schizzi, software e moodboard fino a quando il progetto non inizia a prendere forma.

Jaeger: In genere per i miei progetti uso principalmente Cinema 4D e Redshift come motore di rendering. In questo caso mi sono affidato anche a Marvelous Designer per la simulazione della felpa. Realizzo le bozze sul mio iPad con Procreate e Pinterest è la mia fonte principale per creare le moodboard.

Il mio workflow dipende anche dai deformatori di C4D, strumenti essenziali per il mio lavoro quotidiano. Apprezzo soprattutto il fatto di poter configurare una scena con la possibilità di modificarla in seguito. È utile soprattutto per poterla adattare alle modifiche richieste dal cliente senza bisogno di dover rifare gran parte del lavoro.

Sfrutto moltissimo anche gli strumenti di modellazione volumetrica, perché mi permettono di ottenere ottimi risultati senza dover ricorrere a tecniche di modellazione troppo complesse. Inizio con forme semplici, le manipolo con i deformatori, applico mesh volumetriche e poi le ottimizzo per ottenere forme ben modellate con una topologia eccellente. Si tratta di un approccio molto più diretto e semplice rispetto alla modellazione poligonale tradizionale.

Jaeger: Non volevo si trattasse solo di creare una bella animazione per un brand; volevo anche sviluppare e integrare il mio stile personale. Sperimentavo già da un po’ elementi come glitch e pixel visibili e volevo inserirli in questa animazione in modo che sembrasse una collaborazione più che una semplice pubblicità.

Un’altra parte complicata è stata l’animazione del tessuto che inizialmente doveva essere in C4D. Vista la mia maggiore esperienza con Marvelous Designer per quanto riguarda la simulazione del tessuto, ho deciso di usarlo e devo dire che l’animazione è riuscita davvero bene.

Anche gestire il movimento della telecamera è stato particolarmente difficile, perché doveva seguire la cucitura del logo in modo fluido. Sembrava abbastanza semplice visto dagli schizzi o dalle moodboard, invece si è rivelato decisamente impegnativo da realizzare. Ho dovuto impostare e regolare molti fotogrammi chiave per evitare oscillazioni indesiderate e ci sono voluti quasi due giorni per ottenere il risultato che volevo.

Naturalmente anche l’aspetto dei fiori e lavorare con le luci di Redshift ha richiesto non poco impegno. Ad un certo punto ho deciso di rifare tutta l’illuminazione da capo perché sentivo di poter fare meglio. Non avevo una scadenza specifica per il progetto, quindi mi sono preso il mio tempo per ottimizzare il tutto alla perfezione.

Mi sto impegnando molto per il mio percorso artistico e punto ad approfondire sempre di più il mondo dell’arte, soprattutto nei lavori che condivido sul mio profilo Instagram. Al momento sto esplorando lo sculpting e sto imparando davvero tantissime cose.


Lewis McGregor è un content writer e regista cinematografico proveniente dal Galles del Sud.